GESTIONE DEL TEMPO

 

il tempo trascorre e basta; quello che si può davvero gestire sono le attività che compiamo. Secondo i maggiori esponenti del Time Management (la gestione del tempo), quali Stephen R. Covey e Lothar J. Seiwert è essenziale partire dalla fine.

Partire dalla fine significa avere degli obiettivi chiari a dieci, cinque o perlomeno tre anni e poi viaggiare a ritroso stabilendo degli stepstone (pietre miliari) che rappresentino delle realizzazioni intermedie.

Usiamo un esempio molto semplice: pensate ad un team che progetta una casa. Viene stabilito il periodo esatto di fine lavori, ma anche i passaggi intermedi. Prima il design, la progettazione, il calcolo di costi e materiali, l’assegnazione ad una o più ditte della realizzazione delle varie fasi. Poi si realizzano fisicamente le fondamenta, i muri maestri, e così via.

Questo processo è chiaro e condiviso nella costruzione di un edificio, invece nella “costruzione” dei nostri risultati più importanti spesso ci si affida al caso o ad un vago desiderio. Ma il desiderio senza un piano d’azione ha scarse possibilità di avverarsi.

Supponiamo che abbiate già alcuni obiettivi ben formati e compatibili tra loro. Uno di questi obiettivi è a 3 anni. Stabilite una ragionevole “pietra miliare”, rispetto all’obiettivo che avete stabilito. Diciamo che questa pietra miliare sia tra 12 mesi. Scomponete ancora e stabilite un’ulteriore pietra miliare, stavolta a 6 mesi. Cosa dovrete fare voi personalmente perché fra 6 mesi si realizzi questo obiettivo intermedio? E fra 3 mesi? Ci stiamo avvicinando. Prossimo stepstone: 1 mese. Quindi fra un mese dovrete raggiungere quella porzione di obiettivo; assolvere quella serie di compiti che vi porterà a realizzare il vostro obiettivo a tre anni. Ora scomponete ancora e troverete quattro “mattoni” di risultati frutto di specifiche attività sotto la vostra personale responsabilità. Bene ora avete un obiettivo settimanale e potete organizzare le attività relative nell’agenda settimanale.

A questo punto vi renderete conto che difficilmente avrete, nella realtà, un solo obiettivo.

 

Prendete un foglio e dividetelo in quattro parti.

La prima la chiamerete  Urgente/Importante.

La seconda Importante.

La terza Urgente.

La quarta Non urgente e Non importante.

 

 

URGENTE / IMPORTANTE

Attività relative all’obiettivo o agli obiettivi principali che sono in ritardo o impreviste e che bisogna realizzare subito.

Esempio: per uno studente che non si è preparato, il libro da studiare quando mancano pochi giorni all’esame.

Impatto psicologico: stress, frustrazione.

Risultato: scarsa qualità, approssimazione; spesso far diventare Urgenti/Importanti altri compiti successivi.

 

IMPORTANTE

Le attività vitali al raggiungimento dell’obiettivo o degli obiettivi principali. Attività programmate in tempi corretti.

Esempio: Realizzare un accurato piano marketing nei tempi giusti per realizzarlo con efficacia.

Impatto psicologico: entusiasmo, soddisfazione, voglia di continuare così.

Risultato: di buona qualità; inoltre c’è tempo per cambiare delle cose che non funzionano e gestire gli imprevisti inevitabili.

 

URGENTE

Le attività in ritardo o impreviste da portare a compimento subito, ma che non sono fondamentali al raggiungimento degli obiettivi principali.

Esempio: Fare le commissioni di casa, burocrazia, la spesa.

Impatto psicologico: (Se non programmate) Stress, dispersione.

Risultato: Errori, perdita di tempo, accumulo di stanchezza.

 

NON URGENTE E NON IMPORTANTE

Le attività inutili o secondarie che dividiamo in un due sottosezioni: Immondizia e Svago.

 

Immondizia (da evitare il più possibile)

Esempio: Fare pettegolezzi; pause lunghe; “cazzeggiare”.

Impatto psicologico: inutilità, deconcentrazione.

Risultato: poca efficacia

 

Svago (da utilizzare in modo appropriato)

Esempio: durante la pausa ascoltare musica; fare pause brevi, passeggiare.

Impatto psicologico: relax e maggiore concentrazione successiva (se utilizzo con cautela)

Risultato: corretta gestione dell’energia e dei ritmi di lavoro e di quelli biologici

 

Bene! Ora che avete riempito il foglio con le cose da fare potete immetterle nell’agenda settimanale e programmare le giornate.

 

Tenete conto che gli ottimi realizzatori sono coloro che utilizzano il 50/60 % del tempo programmato facendo cose importanti.

Un altro particolare da tenere d’occhio è programmare i compiti giornalieri lasciando spazio a imprevisti, spostamenti, pasti, tempo libero (ovviamente senza esagerare). Provate questa programmazione e scoprirete di avere sempre sopravvalutato quello che potete fare in un giorno, ma fortemente sottovalutato quello che farete in un anno. Inoltre scoprirete di avere più energia e soddisfazione.

 


Crea un sito web gratis Webnode