L’ASSERTIVITÀ

29.03.2014 15:34

ASSERTIVITÀ

L'assertività (dal latino "ad serere" che significa "condurre a se"), è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l'interlocutore.

Secondo gli psicologi statunitensi Alberti ed Emmons, si definisce come «un comportamento che permette a una persona di agire nel suo pieno interesse, di difendere il suo punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i suoi diritti senza ignorare quelli altrui».

Essa si può anche delineare come il giusto equilibrio tra due polarità: da una parte il comportamento passivo, dall'altra il comportamento aggressivo.

 

 

Presupposti necessari per un comportamento assertivo sono:

  1. buona immagine di sé (autostima);
  2. adeguata comunicazione;
  3. libertà espressiva;
  4. capacità di rispondere alle richieste e alle critiche;
  5. capacità di dare e di ricevere apprezzamenti;
  6. capacità di sciogliere i conflitti.

L'autostima è necessaria nella condotta assertiva, poiché chi si vuole bene si relaziona in maniera adeguata con gli altri, mentre il pensare di non valer nulla impedisce un buon dialogo con sé stessi, finendo così per comportarsi in maniera o passiva o aggressiva.

Nella comunicazione, le persone assertive fanno spesso uso dei pronomi personali e di verbi incisivi (evitando invece un utilizzo smodato di "devo" o "dovrei"), non provano difficoltà a manifestare il proprio disappunto verso l'interlocutore e non mascherano le proprie emozioni. Inoltre tra comunicazione verbale e corporea non c'è incongruenza, ossia ciò che viene detto a parole è anche quello che viene detto con il corpo. Pare evidente che, così realizzata, la comunicazione si rivela autentica, franca.

Essenziale a tal fine è la capacità di ascolto: mentre la persona aggressiva giudica e critica e quella passiva è eccessivamente accondiscendente, quella assertiva è aperta e dà la giusta considerazione a colui che sta parlando. Per far questo, si serve di "messaggi di ricezione" di ciò che viene detto, parafrasando quello che le viene comunicato e sintetizzando ciò di cui si sta discutendo. Altro elemento indispensabile è l'empatia, ossia il riuscire a cogliere la prospettiva dell'interlocutore assumendone il punto di vista.

Alcune delle cause che non permettono lo sviluppo di una condotta assertiva possono essere:

  1. il cattivo apprendimento di comportamenti per eventuali condotte non virtuose delle figure familiari;
  2. delle esperienze negative che hanno generato ansia;
  3. un'educazione troppo rigida che non valorizza la persona e che non le insegna quali sono i suoi diritti;
  4. le convinzioni disfunzionali e i pensieri irrazionali.
  5. il radicamento nei propri orizzonti soggettivi con conseguente occlusione di vedute molteplici;

L'allenamento assertivo potenzia la capacità di produrre stimoli non verbali. Le principali capacità relazionali non verbali sono:

  1. sincronizzazione;
  2. aspetto fisico;
  3. osservazione;
  4. contatto oculare;
  5. mimica facciale;
  6. spazio sociale;
  7. tono della voce;
  8. gestualità.

Una buona sincronizzazione implica una vivace sensibilità percettiva non verbale: la selezione degli eventi segue la valutazione e l'analisi della realtà.

L'aspetto fisico comunica qualcosa di noi e quindi è necessario aver presente quali accorgimenti utilizzare in tale ambito. Esso è particolarmente importante poiché un modo adeguato di presentarsi e comunicare prevede la capacità di saper indossare l'abito adatto, di non essere eccentrici nel vestirsi oppure trasandati.

L'an-assertivo ha generalmente un'eccessiva preoccupazione centrata su se stesso, di sé di fronte al problema. È dunque chiara l'importanza di affinare la capacità di osservare per far comprendere al soggetto di non essere solo osservato ma anche osservatore.

Di massima importanza è altresì il contatto oculare poiché chi osserva l'altro ha un'adeguata percezione della realtà e demolisce eventuali idee infondate. Mentre con l'assenza del contatto visivo si ha una tendenza alla fuga e all'evitamento, con il contatto visivo si dimostra una buona comunicazione, quindi esso è condotta ottimale nelle relazioni.

Una mimica facciale deve invece comprendere che ciò che si comunica a parole sia quello che si esprime a gesti: un'eventuale contraddizione crea malintesi e ambiguità.

Esiste poi uno spazio sociale per il quale le persone non in maniera casuale si pongono di fronte all'interlocutore. La persona passiva assume atteggiamenti di chiusura mentre la persona aggressiva comunica invasione e scompostezza. L'assertivo invece, con la sua postura, dimostra interesse, partecipazione. La direzione del corpo deve essere orientata verso l'interlocutore, mentre sovente una persona timida è orientata verso la fuga e quella aggressiva verso la dominazione. Legato allo spazio sociale c'è la visibilità sociale: mentre il timido si mimetizza ed è timoroso (e dunque è periferico), l'aggressivo dimostra esuberanza dell'azione e il tono della voce è alto. L'assertivo sa scegliere se sedersi in prima fila, sa scegliere dove collocarsi in maniera serena.

Elemento comunicativo molto espressivo è la voce: in questo caso la persona assertiva ha ricchezza di toni, modulazioni ed è un bravo oratore, evitando le frequenze elevate. Mentre la persona passiva modula la voce abbassando l'intensità e la frequenza e riduce la velocità dell'eloquio.

Infine le parole sono rafforzate dalla gestualità: la persona passiva risulta carente nell'usare la gestualità e quella aggressiva irrompe con eccessiva vistosità e ampiezza. La persona assertiva dimostra invece di saper utilizzare la gestualità in maniera corretta, arricchendo così la conversazione.

 

Essere Assertivi significa sostenere la propria opinione come vera. Indica la capacità di esprimere le proprie idee e sensazioni in modo trasparente ed efficace.

L'assertività è anche un atteggiamento mentale ed emotivo positivo nei confronti di se stessi e della vita. La persona capace di esprimere ciò che pensa, infatti, sa farsi valere e farsi rispettare, espone le sue opinioni anche se sono completamente diverse da quelle degli altri.

Non fa o dice le cose per seguire o accontentare chi ha di fronte, ma è capace di dire: «Grazie ma non mi va», «Non vengo, oggi proprio non posso», o ancora «Posso capire il tuo punto di vista, ma io la penso in un altro modo», senza timore, ripensamenti o sensi di colpa.

Sa quello che vuole, riconosce ciò che la fa stare bene e ciò che la fa stare male, ha idee chiare su quali sono i suoi diritti e non permette che vengano calpestati.

Questo atteggiamento non è da confondere con l'egoismo.


L'assertivo può essere sinceramente interessato alle opinioni degli altri e le rispetta, ma non per questo gli dà un valore maggiore rispetto alle proprie.

 

La comunicazione Assertiva: esempi

Al reparto gastronomia di un supermercato un ragazzo è in fila da qualche minuto. Non appena tocca a lui, una signora si impone e comincia a ordinare alla commessa una serie di prodotti.

Il ragazzo si rivolge alla donna molto educatamente e le dice:

«Signora, forse non mi aveva visto? Ora è il mio turno».

In questo caso il ragazzo ha fatto valere il suo diritto di precedenza: si è rivolto alla signora in modo educato, ma molto fermo. Il ragazzo ha utilizzato una comunicazione assertiva.

 

Lo stesso ragazzo – arrivato alla cassa – vede una signora che ha in mano un solo prodotto. Lui ha un carrello pieno e così invita la signora a passargli davanti, lo fa volentieri perché ha un animo gentile, in questo modo è stato coerente con se stesso, con quello che desiderava veramente fare.

Anche in questo caso, il ragazzo ha tenuto un comportamento assertivo.

 

comportamento non assertivo: esempi

Alla stessa cassa una studentessa viene scalzata da una signora distinta e la giovane le cede il posto senza protestare. La ragazza sembra calma ma in realtà è arrabbiata con la signora e con se stessa, si sente frustrata perché non ha detto nulla, non stata capace di farsi rispettare. Ha sacrificato il suo diritto nella fila e le sue esigenze... non le ha rispettate in prima persona.

Non solo non è stata coerente con quello che stava vivendo o pensando ma, in qualche modo, è come se avesse "tradito se stessa", la sua volontà, i suoi sentimenti.

Quando si è assertivi e si comunica ciò che si pensa, invece, si sta meglio con se stessi e si diviene in grado di costruire relazioni più bilanciate, sincere e positive.

 

«Oggi sono stanchissimo. Volevo andare al mare a rilassarmi, ma Andrea ha bisogno di una mano per il trasloco... mi sa che rinuncio al mare. Come faccio a dirgli di no?».

Questo è un atteggiamento non assertivo: io aiuto Andrea, ma lo faccio contro la mia volontà, privandomi di qualcosa di cui ho bisogno, così faccio un torto a me stessa e aiuto Andrea mal volentieri.

Se invece avessi risposto: «Andrea ti aiuterei volentieri, lo sai, ma oggi ho proprio bisogno di riposare... e se facessimo il trasloco domani?», avrei difeso il mio diritto di riposare e di scegliere cosa fare durante il mio giorno libero. Andrea mi avrebbe certamente capito.

 

L'Assertività si può "imparare" e sviluppare con il tempo, la perseveranza e l'allenamento. Esistono percorsi di Crescita Personale che possono aiutarci a sviluppare quelle competenze che contribuiscono a renderci persone assertive. Questi percorsi ci consentono di diventare partecipi e aperti verso gli altri, onesti verso noi stessi e rispettosi nelle relazioni; ci aiutano a sviluppare un atteggiamento propositivo, responsabile e autorevole.

 


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