Parlare in Pubblico

Il public speaking o il parlare in pubblico che dir si voglia, fa subito venire in mente a tutti noi lo stereotipo classico dell’oratore, dello speaker professionale e professionista che parla al pubblico e arringa folle oceaniche,  masse sterminate di persone.

 

Centinaia, ma che dico migliaia di fans, followers o semplicemente ascoltatori adoranti se non  addirittura “deliranti” che pendono letteralmente dalle lebbra del magnetico Cicerone di turno (o Obama per essere più attuali), il quale trasmette il proprio messaggio intrattenendo e giocando col registro emotivo delle persone che lo ascoltano a suo totale piacimento!!!

Occorre sapere che la nozione di “public speaking”, in realtà, vuol dire tutto e non vuol dire niente, nel senso che sta effettivamente parlando davanti ad un pubblico sia Martin Luther King alla Marcia per la Libertà a Washington che Pinco Pallino al bar mentre fa il fantacalcio con gli amici.

La sottile differenza tra queste due situazioni non sta nel prestigio del contesto: la differenza non è qualitativa ma QUANTITATIVA.

La differenza reale di cui ti sto parlando è che Martin Luther King si rivolge direttamente alle 250.000 persone che ha di fronte, sotto al palco da cui parla.

Pinco Pallino invece si rivolge ai suoi 2 amici con cui fa il fantacalcio assieme.

250.000 persone o 2 persone …. sempre di public speaking si tratta!!!

Ovviamente non possono non esserci differenze tra quello che funziona meglio in un caso e quello che funziona meglio nell’altro.

La vera differenza tra le 2 situazioni consiste nel tipo di CONTATTO COL PUBBLICO che bisogna instaurare.

Quando si ha a che fare con una audience molto grande il contatto è impersonale, dispersivo: lo speaker tratta la folla come una entità unitaria dotata di una propria personalità, unitaria anch’essa.

Sarebbe impossibile cercare di sintonizzarsi su ogni singolo, quindi il tipo di comunicazione adottata porta i singoli a sentirsi partecipi di quella entità collettiva.

Ma questo funziona solo coi gruppi molto ampi.

Se invece hai un gruppo piccolo di poche persone a cui parlare il contatto lo devi stabilire con ciascuno perché in questo caso non si forma una entità unitaria diversa dalle singole personalità che la compongono.

Quando parli ad un pubblico di poche persone (in famiglia, tra amici, al lavoro, nel tempo libero) continui ad avere a che fare con la somma delle singole parti e personalità che lo compongono quel gruppo (a cui va AGGIUNTA una “dinamica sociale” che crea una certa unità, che però non è paragonabile a quella di migliaia di persone come si tratta nei soliti corsi per parlare in pubblico)

Quindi devi dare la giusta e meritata attenzione a tutti.

Come fare?

 

Ecco alcuni consigli molto pratici ed efficaci per avere successo a parlare a pubblici di poche persone:

  • Guardare TUTTI negli occhi e spostarsi, fino a che l’altro non fa “Si” con la testa rimani su di lui, dopo ti sposti con lo sguardo su qualcun altro. Se lascia qualcuno “orfano” avrai un nemico in più quando finirai di parlare, garantito!

 

  • Conoscere che tipo di persone fanno parte del pubblico, quindi documentati prima oppure cerca di farlo durante il discorso ove possibile. Non sapere età, sesso, estrazione sociale, interessi delle persone a cui si parla è come cercare di vendere una macchia fotografica ad un non vedente!

 

  • Usare tanta interazione con loro mediante domande, battute, esercizi, simulazioni eccetera. Molto di più di quello che si fa quando il pubblico è molto grande. Non devi far ascoltare sempre e solo la tua voce, ma quella del pubblico, delle singole persone che sono davanti a te. In fondo con poche decine di persone davanti puoi avere un controllo sulla situazione che no potresti avere davanti ad un pubblico numeroso, perché non farne un punto a tuo vantaggio?

 

“Qual è la sua paura più grande?” Sembrerebbe che la seconda risposta più frequente a questa domanda sia la paura di morire. Indovina qual è la prima? Hai indovinato: la paura di parlare in pubblico.

Parlare in pubblico ci terrorizza perché temiamo di essere giudicati, temiamo che il pubblico non faccia altro che osservare e criticare ogni nostra piccola imperfezione. Come ogni paura, anche la paura di parlare in pubblico nasce dentro di noi e si alimenta della nostra carenza di autostima.

Ecco alcuni consigli:

  1. Preparati

Una volta Thomas Edison disse che il genio è per l’1% ispirazione e per il 99% traspirazione, ovvero sudore e duro lavoro. Conoscere la materia e aver affrontato il discorso di fronte ad uno specchio o a degli amici ti permette di affrontare il tuo discorso pubblico con maggior sicurezza. Prova inoltre a sintetizzare il tuo intervento in 7-10 punti chiave in modo da non perdere mai il filo del discorso.

  1. Parla ad una persona alla volta.

 Ciò che c’è di veramente terrorizzante nel parlare in pubblico è … il pubblico. Un insieme indistinto di occhi che ti fissano, in silenzio, in attesa del tuo discorso: sembra quasi un film dell’orrore! Impara a guardare il pubblico negli occhi, ma sempre una sola persona alla volta, ed il pubblico svanirà.

  1. Sfrutta umiltà ed umorismo.

Iniziare un discorso ammettendo la propria paura di parlare in pubblico o il proprio nervosismo è allo stesso tempo un modo per esorcizzare tale paura e per accattivarsi le simpatie del pubblico. Questo non significa fare dell’umorismo forzato: sarebbe controproducente. Ma a volte è sufficiente dare risalto ad un evento inaspettato per creare empatia e simpatia nel pubblico. Quando hai paura sei concentrato su te stesso ed ogni imprevisto durante il tuo discorso ti destabilizza. Ma quando acquisisci sicurezza, gli imprevisti diventano il modo migliore per rompere il ghiaccio con il tuo pubblico.

  1. Evita il perfezionismo.

 Ricercare la perfezione in un discorso, come nella vita, è una delle maggiori fonti di stress ed ansia. Non sottovalutare la fase di preparazione del tuo intervento, ma una volta sceso nell’arena impara ad affrontare gli imprevisti con disinvoltura: non pretendere di essere perfetto, cerca di essere il migliore.

  1. Non avere fretta.

Se hai avuto l’occasione di assistere al discorso di un oratore impreparato, avrai avuto certamente la sensazione che quel palco scottasse. La paura di parlare in pubblico ci porta a parlare velocemente e a non concludere il nostro discorso in modo esaustivo, pur di terminare il più velocemente possibile questa tortura. Ma superare la paura di parlare in pubblico richiede un comportamento diametralmente opposto: impara a parlare lentamente, inserendo pause nel tuo discorso. Affronta ogni punto chiave del tuo intervento in modo esaustivo, chiarendo tutti i passaggi logici. Evita quei finali brutali, generalmente accompagnati da frasi del tipo: “io avrei finito”, “tutto qua”, etc; il pubblico vuole essere accompagnato: chiarisci fin dall’inizio la scaletta del tuo intervento e riproponila più volte durante il tuo discorso come fosse una mappa. Insomma, dai un ritmo al tuo discorso e crea enfasi intorno al finale.


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